MACRON BLOCCA L'AMPLIAMENTO DELLA NATO NELL'INDO-PACIFICO ANCHE CON UN UFFICIO A TOKIO , MENTRE LA MELONI ,PER COMPIACERE BIDEN, INVIERA' NELLO STRETTO DI TAIWAN LA NOSTRA PORTAEREI, CON UN INCROCIATORE ED UNA NAVE APPOGGIO . TUTTO QUESTO,MENTRE SI INTENSIFICA IL RAPPORTO TRA FRANCIA E CINA , CON IL CANCELLIERE TEDESCO CHE FA ALTRETTANTO. SARA' ,QUINDI, QUASI TEMPESTOSO IL VERTICE NATO DELL'11 E 12 LUGLIO A VILNIUS, LETTONIA CON L'ADDIO , FINALMENTE, DEL SEGRETARIO GENERALE STOLTEMBERG FAUTORE DELL'AMPLIAMENTO ANTI-CINA DELL'ALLEANZA . SARA' LA PREMIER SOCIALDEMOCRATICA DANESE METTE FREDRINKSEN A SUCCEDERGLI SU VOLERE DEL PRESIDENTE USA ?
di Sergio Bindi
E' grazie al presidente francese Macron se la NATO non andra' a sfidare la Cina nell'Indo Pacifico anche con un ufficio dell'Alleanza a Tokio come volevano sia il presidente americano Biden , sia l'uscente (finalmente !) segretario generale Stoltenberg per creare anche con la Corea del Sud un forte ramo militare in uno scacchiere così delicata , ma lontano da quello europeo, oltre ad essere fortemente rischioso per la probabile reazione di Pechino. : . Macron è stato chiarissimo in vista del vertice dell'11-12 luglio di Vilnius : "allargare lo spettro e la geografia della NATO sarebbe un grave errore" , no,quindi,ad un ufficio in Giappone, "il trattato tra europei ed americani è nato per l'Atlantico", lo sbarco nel Pacifico sarebbe "una contraddizione in termini" e rischiarebbe di provocare durissime reazioni cinesi. Questa "liasion office" a Tokio dovrebbe, comunque, avere il voto unanime del North Atlantic Council, l'organo politico dell'Alleanza, che unisce 31 Paesi, quindi il no francese blocca tutto. La contrarietà di Macron alla proposta sostenuta da Biden,Stoltenberg e il premier giapponese Fumio Kishida era evidente, pur se indirettamente, già dalle dichiarazione del capo dell'Eliseo retour dalla visita a Pechino( con una schiera di industriali transalpini) tipo : "Taiwan non è una crisi europea"," siamo alleati, ma non seguaci degli Usa" e così via su una quasi autonoma linea europeista , poi leggermente ritoccata dinnanzi alle proteste di Washington, ma rafforzate dalla sintonia con il cancelliere tedesco Olaf Scholz anche lui andato , prima ancora,in visita a Pechino accompagnato da uno stuolo di imprenditori. La Casa Bianca dinnanzi a questa situazione ha tentato un'alternativa impostando un "Individual Tailored Partnership Programm"" tra Nato e Giappone da far approvare nel vertice di luglio dove Stoltenberg, su imput Usa, ha invitato Giappone, Sud Corea,Australia e Nuova Zelanda , definiti AP4 ,ossia Asia Pacific Partnership , in sostanza se non è zuppa, direbbero in Toscana, è pan bagnato perchè svuoterebbe il no francese che proprio il 22 ed il 23 di questo mese ospiterà a Parigi il premier cinese Zi Qiang nella conferenza per un nuovo patto finanziario globale e il big cinese andrà poi - guarda caso - a Berlino , accompagnato da vari ministri,per colloqui con il cancelliere Scholz.. Secondo voi una "NATO D'ASIA" puo' essere realizzata se due Paesi come Francia e Germania sono contrari ? E tutto questo avviene, mentre si è riaperto il dialogo tra Stati Uniti e Cina grazie alla visita, riservatissima, a Pechino del capo della Cia, seguita, poi, dall'arrivo , domenica scorsa,nella capitale cinese dell'assistente Segretario di Stato Usa Daniel Kritenbrink che ha avuto colloqui - definiti "franchi" e "costruttivi" -con il vice-ministro degli Esteri cinese Ma Zhaoxu , riaprendo la strada alla visita del Segretario di Stato Antony Blinken che l'aveva annullata dopo l'Affaire" del pallone-spia .Tutto questo con l'obiettivo, perla Casa Bianca, di un vertice XiJanping-Biden .E' importante, dunque, che come fanno gli Stati Uniti, facendo prevalere i loro interessi su tutti i fronti, anche i big europei facciano altrettanto perchè l'Alleanza Atlantica , nata come struttura difensivi ai tempi dell'Unione Sovietica e sempre piu' divenuta militarista ed espansiva , ha un senso ed una validità se è una reale partnership tra Europa e Stati Uniti , con anche identici interessi economici. Solo cosi' l'Occidente puo' recuperare quel ruolo di motore di civiltà e sviluppo che ha avuto e pare,oggi, aver perso.
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