LA MELONI,ALLA VIGILIA DEL VERTICE EUROPEO, SFIDA L'UE SU MES,RIALZO DEI TASSI E SUL NUOVO PATTO DI STABILITA', SOSTENENDO CHE L'ITALIA E'"FORTE DELLE SUE RAGIONI E DEI SUOI INTERESSI", E LA SUA IMMAGINE A LIVELLO INTERNAZIONALE E' "SOLIDA,CREDIBILE, AFFIBILE", PRENDENDOSI, ALLA CAMERA, LA STANDING OVATION DEL SUO PARTITO, IL SILENZIO ASSORDANTE DI LEGA E FORZA ITALIA, OLTRE ALLE PROTESTE E LE URLA DELL'OPPOSIZIONE DEM ,GRILLINA E DELL'ESTREMA SINISTRA. MA E' PROPRIO COSI' COME HA SOSTENUTO LA NOSTRA PREMIER , ANCHE IRRIDENDO COLORO CHE AVEVANO PROFETIZZATO L'ISOLAMENTO DEL NOSTRO PAESE CON IL GOVERNO MELONIANO ? HO FORTISSIMI DUBBI PERCHE' SOLO IL NO.RINVIO DEL MES A SETTEMBRE CI HA MESSO CONTRO TUTTI GLI ALTRI PAESI DELLA COMUNITA' EUROPEA.
di Sergio Bindi
Ha, di nuovo, mostrato i pugni la nostra premier ,uscendo dall'angolo in cui si trova per le divisioni soprattutto con la Lega , per l'incertezza sul futuro di Forza Italia e per lo schiaffone del presidente americano Biden che , durante la crisi russa ( ammesso che sia stata ver crisi....) ha telefonato ai big europei, ma non a lei .E migliore occasione non poteva trovare ,dovendo riferire alla Camera sull'imminente vertice europeo che affrontera' i piu' delicati temi sul tappeto,dei 25 minuti di esposizione trasformati in un comizio-sfida all'Ue tanto da prendersi la standing ovation dei deputati del suo partito con ,invece, i leghisti rimasti seduti nei loro scanni senza applaudire , pur essendo stati i primi con il leader Salvini a criticare il rialzo dei tassi annunciati dalla Banca Centrale Europea, mentre in silenzio sono stati anche i forzisti , sorpresi dell'uscita furiosa della premier contro Bruxelles .In sostanza abbiamo avuto una Meloni da battaglia, tipico atteggiamento di quand'era in solitaria opposizione alla maggioranza draghiana dove stavano anche i suoi due partner tradizionali. Ho l'impressione che in questo modo ha voluto dare un segnale anche agli alleati, in primis ai riottosi ed inquieti leghisti dell'"autonomia od usciamo da governo e maggioranza ", dicendo anche a quei forzisti tentati dal centro : qui comando io e se insistete vi porto alle elezioni anticipate, frase che, secondo molti quotidiani, avrebbe detto nei giorni scorsi in una turbolenta telefonata con Salvini e tale da far sorridere i leghisti i quali sanno bene che una crisi del governo Meloni difficilmente porterebbe ad un altro voto anticipato perchè il presidente Mattarella farebbe subito nascere un nuovo governo tecnico chela stragrande maggioranza dei parlamentari voterebbe per non andare a casa cosi' presto con una grande incognita, per molti, della rielezione.Comunque la premier , riconfermata presidente dei conservatori europei , ha scelto la nuova sfida innanzitutto dicendo che questo, per l'Italia, non è il momento di dividersi per il Mes voluto insistentemente da tutti gli altri partners comunitari e ditemi voi se questo non è un isolamento pericoloso per il nostro Paese anche perchè stanno ballando i molti miliardi del Pnrr fondamentale per il nostro sviluppo socio-economico, per non parlare ,inoltre, del tema dell'immigrazione."Lo voglio dire con serenità,ma anche con chiarezza - ha scandito a Montecitorio la Meloni - non trovo utile all'Italia alimentare in questa fase una polemica interna su alcuni strumenti finanziari comunitari , ad esempio il Mes. L'interesse dell'Italia oggi è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto nel quale le nuove norme del Patto di stabilità, il completamento dell'Unione Bancaria ed i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutono nel loro complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale.Prima ancora che un questione di merito c'è una questione di metodo,su come si faccia a difendere l'interesse nazionale " Dietro questo ragionamento apparentemente un pò contorto c'è una specie di ricatto italiano : concedeteci i cambiamenti che vogliamo al nuovo Patto di stabilità e noi ratifichiamo il Mes che non prenderemo, ma a voi interessa tanto. Non credo che gli altri Paesi dell'Unione la prenderanno bene, figuratevi i vertici di Bruxelles frutto di una "maggioranza Ursula" che la Meloni intende smontare grazie all'appoggio del vice-presidente del Partito Popolare Europeo ( oggi maggioranza e ,stando ai recenti successi dei dc in Spagna e Grecia ,probabilmente lo sarà anche dopo le "europee") Tajani, presidente pro-tempore di Forza Italia, vice-presidente del Consiglio e ministro italiano degli Esteri, il quale sta trovando non poche difficoltà nel portare avanti l'operazione , figurarsi ora dopo questa supersfida meloniana:Una sfida da parte di un Paese " forte delle sue ragioni e interessi, della sua tradizione",che" ha un ruolo di dialogo" e con all'estero un'immagine "solida, credibile, affidabile" "lo dico con orgoglio - ha aggiunto la premier -pensando ai tanti che preconizzavano un'Italia col governo di centrodestra, "isolata a livello internazionale.I risultati smentiscono questa premessa". Non credo, però, che a Bruxelles e molti in Italia la pensino cosi'!
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