UNA POLITICA SENZA FUTURO
di Sergio Bindi
Sta per finire un anno a dir poco tempestoso, certo devastante con pesanti incognite sul nostro futuro. Non credo al pericolo di una guerra atomica perchè sarebbe un suicidio collettivo dell'umanità senza vinti e ne' vincitori e non si scatena una apocalisse con questa inevitabile conclusione, ma continueremo ad avere "guerre fredde" , conflitti locali con i corsi e ricordi vichiani,, mentre la natura, da noi violata, proseguirà con le sue apocalissi minori ,eppur sempre devastanti. In questo panorama non certo tranquillizzante, nonostante progressi scientifici, innovazioni, l'affermazione dell'immateriale e le conquiste del cosmo , la politica ,in Italia, appare senza futuro chiusa in schemi superati, in categorie destra,centro,sinistra, da tempo obsolete e non piu' rappresentative della realtà. La distanza tra partiti e cittadini ha, per questo, raggiunto livelli sempre maggiori la disaffezione nei confronti dei movimenti politici appare clamorosa con costanti e ripetuti assenteismi dalle urne con il risultato che gli eletti sono tutti di minoranza rispetto al numero degli aventi diritto al voto. Accade al centro ed a livello regionale e comunale nonostante la controtendenza dei cittdini di voler fare politic, di prtecipare e sempre piu'organizzandosi in articolazioni associative che conferano il desiderio di una politica vera , proiettata a costruire il futuro, capace di dare ascolto a tutti e di far prevalere il bene comune all'interesse di parte. Se riflettete appena un pò su quel che sta avvenendo, sul ricordo nostalgico del passato in vinti e vincitori di epoche diverse, sull'improvvisa crescita di un partito che ,poi, si sgonfia clamorosamente in un un noin lungo lasso di tempo, negli scontri quasi feroci per la conquista di una leadership , spesso di breve durata, sulla mancanza di radici e,quindi, di reale identità nella quasi totalità dei partiti politici italiani , avrete il quadro di una situazione senza domani. Era sembrato, in un sussulto di buon senso, che partiti diversissimi si unissero per affrontare drammatiche emergenze accettando un leader che non veniva dalla partitograzia , ma da esperienze di grande rilievo anche internazionale , da ripetuti riconoscimenti pubblici e di livello internazionale. .Il livello di gradimento di un tale governo guidato da un leader di così importante rilievo aveva raggiunto alti punteggi al punto che ancor oggi, che nell'uno nè l'altro sono presenti, hanno la maggioranza dei consensi , fatto insolito Mi riferisco, oviamente, a Mario Draghi ed al suo governo con gli elogi che ad essi venivano da big europei e mondiali. L'Italia, in sostanza, aveva ampiamente recuperato la sua credibilità. Lentamente, mentre stavamo avvicinandosi alla sadenza naturale della legislazionem abbiamo dilapidato il tesoro del nostro rilancio testimoniato da aer superato come aumento del Pil Paesi come la Germania e la Francia. Alcuni partiti, infatti, iniziavano a patire questo modo nuov di far poliica che a non pochi ricordava nel premier Draghi l'Alcide De Gasperi della ricostruzione , del boom economico, della lira che riceveva l'Oscar del Fondo Monetario Internazionale. M5s, per primo, Lega e Forza Italia, poi, hanno ritenuto di non sostenere piu' il govero Draghi e siamoandati alle elezioni anticipate con la vittoria del centrodestra e la Meloni a Palazzo Chigi , ma non avendo, in realtà, il 51% dei voti, ossia la vera maggioranza anche perchè agli astenuti se si aggiungono i voti nulli e bianchi i suffragi ai vincitori diminuiscono ulteriorente. Come corollario Fratelli d'Italia è, nei sondaggi al 30%, ma anche al suo interno esistono divisioni e non manca la nostalgia del passato al punto che una sottosegretaria del governo0 Meloni, la Rauti, ha celebrato la ricorrenza della fondazione il 26 dicembre 1946 del Movimento Sociale Italiano che raccoglieva sopratutto ex-fascisti ed altrettanto ha fatto il Presidente del Senato La Russa(big di Fdi) , seconda carica dello Stato, quasi in concomitanza con i 75 anni della Costituzione repubblicana firmata dal presidente De Nicola il 27 dicembre del 1947 , al punto che le opposizioni han chiesto le dimissioni di La Russa.Si può discutere su questo , ma non v'ha dubbio che sono episodi che avvelenano ancor piu' la situazione e metono in difficoltà la premier che deve fare i conti sia con idue partiti alleati ed anche con i non pochi nostalgici del suo patvendo sempre avversato gli americani. E proprio il problema di quale sia l'identità di Fratelli d'Italia si unisce ad eguale considerazione nei confronti di un Pd, sempre più in crisi e conflittuale al suo interno, mentre è difficile dire quale sia la base ideale dei grillini,nè è comprensibile l'esatta base di una Forza Italia che non aveva dato, alla fine, la fiducia a Draghi. Siamo, in sostanza, con una politica senza futuro perchè vive alla giornata, alle convenienze e non ha quelle radici che possano essere solide fondamenta per rendere migliore l'oggi e preparare il domani. Se si continuerà così non c'è da stupirsi se nette minoranze si recheranno alle urne e non ci saranno tentazioni emergenti, come qualcuno sta proponendo , di sostituire il Parlamento, indispensabile in democrazia, con altre stralunate formule. Possiamo solo augurarci che quei politici che non intendono cedere a questo qualunquismo ideale regiscano per ridare ai cittadini identità nelle quali credere e per le quali impegnarsi.
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