LE RIPETUTE AMNESIE DEL SUPERSCONFITTO ENRICO LETTA
di Sergio Bindi
Pare viva in un altro mondo politico Enrico Letta quando parla , riferendosi all'iniziato dibattito congressuale, di "orgoglio dem"" e di un Pd "centrale nonostante le difficoltà" nel panorama partitico italiano. Forse sì è dimenticato la perdita di ben 7 milioni e 525 mila elettori,uno piu' o uno meno, ed ha confuso il crollo attuale al 14,7% con quel 22,7 delle elezioni europee ( segretario Zingaretti) od anche quel 19,1% del 25 settembre scorso che pur determinò le sue dimissioni da segretario. Le amnesie lettiane ( che abissale differenza con suo zio Gianni!) non finiscno qui perchè nell'elogiare gli interventi dei tre candidti alla segretaria Stefano Bonaccini,Paola De Michelis ed Elly Schlein s'è dimenticato di rilevare le dirette ed indirette critiche al Comitato Costituente , quindi ad una rifondazione , anche da parte degli esponenti del gruppo che, di fatto,si richiamano a Prodi ( Ulivo del 1996) e Veltroni ( Lingotto 2007) e che sono intervenuti per primi . Converrà partire proprio da qui per comprendere che vento tira in casa dem: il gruppo ha presentato un documento che chiede di rispettare l'identità del Pd, quindi niente nuovo partito , ma solo rilancio, appunto, dell'Ulivo e del Lingotto "come assi fondamentali per costruire il futuro". "Democrazia - ha detto il cstituzionalista Stefano Ceccanti - risulta la parola più comprensiva e descriviva della nostra identità : nessun altra sostituiva e rappresentativa potrebbe descriverla meglio" Gli ha fatto eco la vice-presidente dell'Europarlamento Pina Picerno :" non puo' essere il Congresso dell'abiura",mentre Marianna Madia, l'ex- alta rappresentante della politica estera Ue , è stata durissima:" se la soluzione della nostra crisi deve essere quella di una riedizione della sinistra dei DS ,con tutto ilrispetto per quella storia, credo sia un errore storico e un grande errore rispetto all'identità del Pd ." Lapidario Graziano Del Rio : non serve " un nuovo partito, il Pd c'e' gia' ed è il Patito Democratico" Gli ha fatto eco a capogruppo alla Camera Debora Serracchiani :" dalla fase costituente siamo passati alla fase liquidazione :è un errore, non bisogna buttare il bambino conl'acqua sporca:Pensare che il PD possa sparire sarebbe un errore che pagheremmo." Su queste premesse è stato agevole per Stefano Bonaccini, che ha fatto il primo intervento dei candidati, disegnare un partito alla Veltroni :"bisogna "tornare a fare riprendere al Pd lo spazio di un partito a vocazione maggioritaria " che lotti contro "le diseguaglianze economiche sociali e territorili e per l'avanzamento dei diritti cviilie sociali .Siamo rifrmisti con cultura di governo, ma il governo è mezzo, non fine Guai a fare la fotocopia di 5s e Terzo polo.Noi siamo una forza laburista, ma sento ogni tanto "nel dibattito interno " la contrapposizione tra capitale e lavoro come se fosimo all'inizio del secolo scrso.E' surreale.Avverto anche la pulsione al cambiamento con connotati regressivi.Io contrasterò questa tendenza che segnerebbe la fine del PD e che ci porterebbe su binari minoritari:E' già successo in altri Paesi vicini, il rischio è che avvenga anche qui." Piu' sfumata, invece, la De Michelis che si è limitata "Comitato Costituente" fatto a somiglianza di Letta e nel quale ci sono state le prime autorevoli dimissioni pesa come un macigno a dire:"ogni volta che caliamo dell'alto il cambiamento senza condivisione non funziona .Spero di riuscire a completare un documento di contributo al Comitato Costituente in 3 punti : cambiamo lo statuto, diventi lo statuto dei lavori";il femminismo " sia sostanziale, non formale come è attuato anche nella nostra Comunità perchèc'è bisogno che tante altre donne non vivno diseguaglianze croniche. C'è il rischio di liquidazione del PD " perchè il percorso costituente "avrà bisogno di molto piu' tempo, mentre la scelta del gruppo dirigente va acclert .Per questo ho fatto la proposta di anticipare il Congresso a fine gennaio e inizi febbraio." Terzo intervento, infine, con la Schlein che, indirettamente, ha sostenuto l'esigenza di fare un nuovo partito che possa recuperare i milioni di voti persi , di fatto con una svolta a sinistra :"£ non siamo qui per fare la resadei conti,ma per costruire un nuovo Pd e farlo insine,salvaguardando il suo prezioso pluralismo,ma senza rinunciare ad una identità chiara ed un profilo concreto, senza fare la fotocopia -condivido -,ma facendo al contemo i conti con il fatto che coloro che volevamo rappresentare forse non ci hanno piu' ascoltato se abbiamo perso quei milioni di voti." Così si è chiuso il primo round i candidati alla segreteria dem , ma quel "Comitato Costituente", voluto da Enrico Letta a sua somiglianza e nel quale si sono verificate le prime autorevoli dimissioni pesa come un macigno perchè tutto rivolto al cambiamento totale lontano sia dall'Uivo prodiano sia, soprattuttto, dalla strategia veltroniana , rischiando di finire in una sinistra che non esiste piu' .
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