I VANTAGGI ED I RISCHI DELL'"ERA TECNOTRONICA" .
di Sergio Bindi
E' stato giustamente detto :il mondo sta mutando e il futuro è già iniziato:Qualcuno, con suggestioni stellari, parla di "era tecnotronica":In realtà ,computer, robot, satelliti, telefoni sempre piu' innovatvi e supertelevisione fanno pertedlla nostra quotidinità e la telematica presentano sceneri che sapevano di fantascienza: Siamo in quella "società dell'informazione" in continua ridefinizione perchè fondata sull'impetuoso sviluppo delle tecniche, dei processi e dei programmi comunicativi e immaginifici troppo spesso erroneamenteconsiderati solo nei loro profili squisitamente scientifici e manageriali: .
Sii sta, in ostnza, determinando una vera e propria rivoluzione dalle implicazioni etiche e socialisuperiori a quelle derivanti dall'introduzione, nei processi prodttivi prima della macchina e,poi, dell'automazione.Una tale rivolusione ha investito individui,famiglie, aziende , istituzioni e Stati ed ancora li sta investendo sì che la complessa mutazione avvenuta e tuttora in corso implica, se vogliamo garantire la centralità dell'uomo,un'adeguata cultur sociale che consenta di comprendere l'innovazione ,di averne un corretta lettura attraverso una lettura politica culturalmente verificata e sostenuta:Occorre, insostanza, una strategia formativa e, soprattutto, convergente dove il momento tecnico,il momento culturale, quello scientirfico e quello politico si incontrino per promuovere conoscenze adeguate alla comprensione del "nuovo" ed interventi legislativi configurati nella logica di servizio:Il che significa non consegnarsi all'utopia e alla demagogia,ma avereun punto permanente di riferimento, cioè la domanda di crescita umana di un uomo già immeso nel Duemila in un Paese che si chiama Italia ed in una globalizzazione incontia evoluzione anch'essa come la geopolitica.Importante è partre da valutazioni che evitino un duplice errore la condanna aprioristic del "nuovo" tecnologico compreso l'"immateriale", ipotizzando un impossibile ritorno ad una società dell'Arcadia o l'esaltazione acritica di questo "nuovo" con il rischio di una robotizzazione di massa:Questo impone un adegatosistema di garanzie per evitare che i nuovi processi sianocontrollati da pochi centri di potere, dotati di immensa forza di suggestione e,quindi,di condizionamento del comportamento dei singoli cittadini e dellecomunità nazionali, confinando in un ruolo subalterno i movimenti popolari e d'opinione, dunque la stessa democrazia che va aggiornata ,migliorata per renderla compatibile con la rivoluzione ancora in corso. Anni addietro Bertrand De Jouvenet suggerì, inascoltato, la costituzione di istituti di vigilanza , accantoai quali metteri istituti di formazione per comprendere il nuovo, il cui compito avrebbero quello di segnalare "le conseguenze inattese" e,quindi, pericolose perl'uso di una tecnoglia: Nel contempo, gruppi di studiosi ammoniscono sull'esigenza di un sistema di garanzie tali d evitare che pochi gruppi di pressioni o nazioni piu' forti economicamente controllino n quegli strumenti che "ci investono totalmente e sono cos' penetranti nelle loro conseguenze persnali, politich,meconomiche, estetiche,psicologiche, morali e sociali tali da non lasciarin noi alcuna parte inttta,immutata." Altri sottolineano che i nuovi strumenti della comunicazione hanno "grande incidenza nella produzione di quella cosiddetta "società di spettatori", nell quale è spesso riscontrabile il passaggio del pensare astratto al conoscere sensorale, emotivo e partecipativo che è tipico della comunicazione audio visuale", ossia della "televisione dell'opulenza"
In questi contesti non possiamo, quindi, volere cittadini robotizzati - non importa che tira i fili delle mariorette sia inserito in un sistema di libertà-, nonpossiamo volere le "città cibernetiche" dove i problemi della societò complessa sono affidati esclusivamente ad intelligenze artificiali, uccidendo ogni soggettivazione morale; nonpossiamo consentire la "famiglia" cablata" con i suoi componenti chiusi in casa ad utilizzare tutte le tastiere del comunicare".Noi,inoltre, dobbiamo evitare che - come già mi indicò uno scienziato italiano delle microiologie a Miami nel 1982 - le "modificazioni ereditarie vengano attuate con mezzi completamente artificiali, operativamente diversi da quelli naturali dell'incrocio e della selezione:"Grazie a tali modificazioni è possibile, ad esempio, "costruire microrganismi ,con nuove capacità sintetiche, presi a prestito da altri microroganismio da animali:E' addirittura possibile inserire permanentemente nel corredo genetico di animali caratteri derivanti da animai diversi ,superando per la prima volta nella storia degli esseri viventi le barriere tra specie:" Lo sottolinea : era il 1982 e già allora questa puntualizazione metteva i brividi: Da quellpoca ad oggi altri grandi e taovlta eccezionali progressi sono intervenuti e le nuove biotecnologie ci pongono gravissimi problemi morali e civili, dei quali molti sceziati si rendono direttamente conto, ma chi può dire quel che avviene nelle segrete stanze della ricerca in ambito militare ?:Per questo è decisivo un uomo umnesimo che rmetta a centro l'uomo e blocchi qualsiasi disegno -tecnocratico o no- fondato sull'egemonia , sul massimo profitto, sulla spersonalizzazione su un'apparenza, magari, di socialità, ma funzionale agli interessi dei potentati economici o politici internazionali:
E', certo, una sfida epocale quella che stiamo vivendo di un "nuovo inedito", per certi aspetti anche imprevisto.Non siamo stati formati e,dunque, preparati - sia noi adulti sia le nuove generazione -a comprenderne il vero significato e le conseguenze , ma dovremo sforzarci a farlo.L'Italia di domani, infatti, non dipende da imposizioni dall'alto da uomini della Provvidenza (e non mi riferisco certo a Mario Draghi):Dipende da tutti noi e sta a noi farsì che sia costruita, rilanciando la cultura del dialogo, del confronto e della solidarietà , ponendo, nuovamente, l'uomo al centro dei processi economici , sociali e politici, con leesortazioni di Papa santo Woytjla ("non abbiate paura", di Papa Ratziger ( 2abbiate speranza",e di Papa Francesco("abbiate coraggio")..
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