DOMENICA UN VOTO CHE RICORDA IL 1948 : ANCORA UNA VOLTA E' UNA SCELTA DI FONDO TRA L'OCCIDENTE E IL RISCHIO DI FINiRNE AI MARGINI
di Sergio Bindi
Non è, quello di domenica, un voto,come sempre, importante perchè decide chi ci governerà , ma molto di piu'.Ancora una volta , come nel 1948, siamo chiamati ad una scelta di fondo : se rimanere protagonisti nell'Occidente, con i suoi valori ed il suo sistema democratico , anche se da rinnovare, o correre il richio di ritrovarci ai margini di un mondo conquistato con guerre , sacrifici e , da noi, anche con quell'antifascismo che è espressione di tutte quelle forze politiche che hanno dato vita alla nostra Costituzione repubblicana . E' stata una campagna elettorale molto urlata, caotica,svolta per gran parte in estate nella disattenzione della maggioranza degli italiani ,appena usciti da una devastante pandemia ed ora o in ferie o angosciati dal costo delle bollette dell'energia elettrica, dalle preocupanti conseguenze dell'inflazione anche per una guerra nel cuore dell'Europa che ha riportato persino la paura di rischi nucleari.Le due principali coalizioni sono profondamente divise al loro interno , come confermano le chiusure della campagna elettorale ogni partito per proprio conto e, nel centrodestra, con le evidenti e pubbliche divisioni tra Salvini e la Meloni su temi importanti ed i richiami berlusconiani( a parte l'ultima infelice intervista sulla guerra in Ucraina , strumentalizzata estrapolandone solo una parte) ai valori "liberali ,cristiani,europeisti ed atlantisti" evidentemente non proprio amati dagli altri due leader leggendo loro dichiarazioni: Nel centrosinistra stessa situazione con il segretario del Pd che ammette :"l'alleanza con Sinistra Italia ed Europa Verde è solo elettorale, non per il governo", dimenticandosi di dire con chi potrebbe fare una maggioranza anche in caso di improbabile vittoria.Come corollario proprio oggi ha aggiunto che dipende dal Parlamento,ma lui è disponibile a fare il premier , di fatto escludendo una conferma di Draghi sostenuta con forza da Calenda e Renzi che, secondo alcune indiscrezoni sui sondaggi"proibiti" avrebbero superato addirittura la Lega , dove Salvini è in grossa difficoltà, incalzato dai governatori Fedriga e Zaia che hanno grande nostalgia proprio di Draghi che nella su Agenda ha posto anche l'Autonomia non amata dalla leader di Fratelli d'Italia, un partito dove troppi sono nostalgici del Msi di Almirante ,per niente europeisti e tenacemente anti-americani e fiduciosi di una rivincita storica con la Meloni a Palazzo Chigi; una Meloni che personalmente si dichiara perfettamente in linea con l'Occidente, ma nel contempo dice che il suo governo" la pacchia è finita" per Bruxelles , clamorosamente dimenticando i 22o miliardi di euro che l'Ue ci ha dato grazie al debito comune con il concorso di tutti i partner. Eppoi quei molti nostalgici,con esponenti che vanno ancora a fare il saluto fascista ad un funerale non la condizioneranno ? Nè possono tranquillizarci quegli esponenti di sinistra che, come Fratoianni, hanno votato 54 volte contro Draghi e hanno nostalgia del comunismo e sperano in una nuova intesa Letta-Conte , con il capo grillino che considera Draghi quasi un male assoluto e lancia l'allarme sul fatto che, dopo il voto, anche fuori da Palazzo Chigi potrebbe influenzare i partiti Qui ,in sostanza, il dilemma per gli elettori non è, come si vorrebbe far credere , tra Meloni e Letta, tra i filo russi e gli anti-Putin perchè, ancora una volta , come nel 1948, siamo ad una vera e proprio scelta di campo che condizionerà il futuro nostro e dei nostri figli.
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