BERLUSCONI VUOL METTERE IL CAPPELLO SUL "GRANDE CENTRO" E TRATTA CON DI MAIO DAL 2018 ATLANTISTA ED EUROPEISTA
di Sergio Bindi
Sono iniziate , uscendo dalla non molta segretezza , le manovre per la creazione del nuovo "grande centro" che punta ad avere Mario Draghi premier anche dopo le elezioni politiche della prossima primavera.E' stato Di Maio da dare il via con l'uscita dai grillini e la creazione di "Insieme per l'Italia", contenitore iniziale per un vero e proprio ampio movimento politico da formalizzare tra settembre ed ottobre, partendo dai sindaci e dalla preparazione di un incisivo programma politico che si potrebbe definire liberaldemocratico , ecologista-rifomista e tale da richiamare il meglio della tradizione della Democrazia Cristiana che nell"economia sociale" di Giuseppe Toniolo, fatto Beato dalla Chiesa ,trova un 'attualissimo riferimento. Non mi sembra, quindi, un caso che un big democristimo come Enzo Scotti, prima direttore del centro studi della Cisl, poi ministo dell'Interno e degli Esteri ( dal quale si dimise in ottemperanza allincompatibilità tra deputato e ministro stabilita dai democristiani ed optando non per la poltrona, bensì per il Parlamento) abbia spiegato a "Formiche.net":" "chi si stupisce della parabola atlantista e moderata che ha portato Di Maio a tagliare il cordone ombelicale a tagliare il cordone ombelicale con il M5S o non vuole vedere e parla di incoerenza o stato solo distratto." Ed ha ricordato come il 6 febbraio del 2018 presentandosi nella Università Link Campus ( che era quasi diventata il pensatoio di alcuni big grillini a partire dalla ministra della Difesa Elisabetta Trenta che in quella università insegnava) disse l'Italia "deve restare nella Nato e dell'Europa,è la sua casa natale." "Per un capo stellato - commenta Scotti -a quell'epoca non era scontato." E su questa linea si mostrò in un dibattito ( ero tra gli invitati )proprio sull'Europa quasi in contemporanea confrontandosi, nel salone di rappresentanza dei domenicani nella Chiesa di fianco al Pantheon, con il direttore della rivista dei gesuiti , premettendo : "qui mi sento come a casa, d cattolico sono lieto d'essere qui". Scotti conosce beissimo Di Maio perchè il padre del minisro era democristiano e da Scotti venne inserito in lista, negli anni Ottanta alle comunali di Napoli :, per questo puo' dire "ha le carte in regola per guardare con fiducia al futuro., mentre Francesco Bechis sempre su "Formiche.net" scrive, riferendosi al ministro degli Esteri :" oggi è sorpreso solo chi ragiona di politica per schemi e er ingessature:Non comprende chedalla fine della caduta del "muro" la storia non consente piu' alibi , ci cotringe a misurarci con i problemi,non con le ideologieCredibilità nella continuità è quel che DiMaio ripete oggi con piu' esperienza sulle spalle e forse meno enfasi elettorale." Io aggiungerei soprattutto i preziosi consigli di uno Scotti e la grande lezione anche politica appresa lavorando fianco a fianco con Mario Draghi , ricordando sempre quelche disse nel novembre del 2017 al Washington Post :"Non abbiamo intenzione di isolare l'Italia.Nè esaltare sentimenti nazionalistici:Rigettiamo in ogni modo l'idea d'essere chiamati populisti ." Proprio quello che, invece, erano dientati gli stellati ben lontani da quel progetto moderato e di centro al quale il ministro degli Esteri sta lavorando e sul quale Silvio Berlusconi vede l'occasione di poter mettere il cappello per creare, finalmente, quel che, in realtà, non gli è riuscito, nonostante molti tentativi. Forse speraanche nell'aiuto diScotti chevolle , per la sua esperiennza politica e internazionale, sottosegretario agli Esteri nel suo quarto governo:
Commenti
Posta un commento